mercoledì 30 marzo 2011

Messaggio del Vescovo Depalma per il Bicentenario di S. Anastasia


Mons. Beniamino Depalma Vescovo di Nola
"Svegliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà" 
(EF 5,14)

Carissimi,
quest’anno Sant’Anastasia, oltre a festeggiare con la nazione tutta il 150° dell’Unità d’Italia, ricorda il bicentenario dell’indipendenza comunale da Somma Vesuviana. E’ singolare notare questa interessante coincidenza. Vi esorto a considerarla come un invito a vivere l’indipendenza comunale non come occasione egoistica di separazione, ma come opportunità di emancipazione di un popolo nel pieno rispetto dei doveri di solidarietà politica. Indipendenza e Unità, Libertà e Solidarietà. La libertà non può mai essere disgiunta dalla solidarietà e dalla fraternità, altrimenti scade in un bieco egoismo. “La libertà […] è un grande dono soltanto quando sappiamo consapevolmente usarla per tutto ciò che è il vero bene. Cristo c’insegna che il migliore uso della libertà è la carità” (Giovanni Paolo II, Redemptor Hominis n. 21). 

Sant’Anastasia, come tutto il Meridione, anzi l’Italia intera, sta vivendo da alcuni anni una seria difficoltà sociale ed economica. Penso alla crisi della FIAT di Pomigliano d’Arco, che ha indubbie ricadute anche su questo paese, o alle difficoltà delle imprese edili e di quelle dell’autotrasporto. Non sono pochi gli ostacoli al decollo del polo turistico di Madonna dell’Arco e di quello del Parco nazionale del Vesuvio. La crisi economica e sociale è seria, non posso, pertanto, non sollecitare i politici locali e tutte le persone di buona volontà ad impegnarsi per assicurare un effettivo sviluppo economico di questo territorio, nel pieno rispetto della dignità di tutti e con la dovuta attenzione alla salvaguardia del creato. Non possiamo dimenticare, infatti, che il Parco nazionale del Vesuvio se da un lato è un’indubbia opportunità di sviluppo turistico, dall’altro è un’occasione di rispetto del nostro territorio e, quindi, possibilità per favorire l’umana convivenza. L'esperienza dimostra che ogni atteggiamento irrispettoso verso l'ambiente reca danni alla convivenza umana, e viceversa. Sempre più chiaramente emerge un nesso inscindibile tra la pace con il creato e la pace tra gli uomini. L'una e l'altra presuppongono la pace con Dio.” (Benedetto XVI – Messaggio per la XL Giornata mondiale della pace).  

Come cristiani, nonostante la drammatica situazione contingente, siamo chiamati a dare speranza agli uomini ed alle donne del nostro territorio. Chi è la nostra speranza? Gesù Cristo! Si cari fratelli e sorelle, non dobbiamo aver paura di annunciare che l’Amore infinito ha preso carne in Gesù Cristo. E’ Lui la nostra Verità, è Lui la nostra Luce, è Lui la nostra Speranza. 

Popolo di Sant’Anastasia “conosco le tue opere, la carità, la fede, il servizio e la costanza” (Ap 2,19) con cui annunci le meraviglie del Signore. So che le Caritas parrocchiali si impegnano a servizio dei più bisognosi. So che i genitori, gli insegnanti, i catechisti si impegnano nella sapiente educazione delle giovani generazioni. So che i Parroci e tanti movimenti ecclesiali si impegnano per far crescere il Regno di Dio.  Molti nostri fratelli e sorelle, però, sono ancora legati ad una visione miracolista della religione, chiedono a Dio un miracolo, come chiedono al politico un piacere. Dobbiamo aiutarli a comprendere che solo l’impegno effettivo di ognuno di noi può realmente cambiare l’attuale stato delle cose. 

La preghiera, ed il periodo di Quaresima che stiamo vivendo ce lo ricorda, non è una fuga dal mondo. Non consiste unicamente nel chiedere a Dio aiuto per se stessi ed i propri cari. La preghiera del cristiano si fonda sulla certezza che Dio è un Padre amorevole, che dà “cose buone a quelli che gliele chiedono” (Mt 7,11). E, proprio perché figli amati dal Padre, sappiamo che l’amore ricevuto da Lui non possiamo tenerlo per noi. La preghiera purifica il cuore dall’egoismo, dalla cupidigia, dalla smania di possesso e non può, pertanto, rimanere momento intimistico, ma deve trasformarsi in amore verso il prossimo. 

Cari amici, Sant’Anastasia deve essere rinnovata dall’impegno di ognuno di voi. Nessuno resti chiuso nelle quattro mura domestiche o nelle sagrestie delle chiese: rimboccatevi le maniche, abbiate il coraggio di servire i vostri fratelli, di amare chi il Signore vi ha posto affianco. Le pratiche religiose siano l’occasione per abbandonare l’uomo vecchio, per iniziare una vera conversione del cuore. L’incontro con la Parola e l’Eucarestia rafforzi la vostra fede ed illumini la vostra carità. Senza Dio non possiamo far nulla. Solo uniti a Cristo possiamo portare frutto. 

Anastasiani, riscoprite la vostra dignità regale e con essa il servizio a favore della vostra cittadina. Solo così potrete realmente vivere ed annunciare la Resurrezione!



NOLA 25 marzo 2011
Annunciazione del Signore

Nessun commento:

Posta un commento